17.1.11

Il podcast della nuova puntata di London Talking

In onda su Radio Citta' Fujiko (Bologna 103.1 fm) casualmente dopo le 19.

A Londra l'inglese non lo si impara. In casa.

Puntata Post-vacanziera di London Talking! 

Buon anno da Lillo, oramai mio malgrado londinese d'adozione, e buon 2011. London Talking continua imperterrito sulle frequenze di Radio Citta' Fujiko. Informazione, parallelismi, curiosità', consigli ai viaggiatori e prospettive rovesciate sull'asse Londra - Bologna. Iniziamo l'anno nuovo sfatando un po' un luogo comune, quello che a Londra si va per imparare l'inglese e pertanto e' utile vivere in casa con persone che l'inglese lo parlano, come appunto gli inglesi, gli americani, i pazzi australiani, perlopiù assiepati nella zona ovest, verso Ealing Broadway, i sudafricani e i kiwi, i neozelandesi, con il loro accento la cui derisione a ogni latitudine e' sintomo essa stessa di una globalizzazione degli sfotto'. 



Ebbene, a Londra con grande probabilità' finirete in casa con giamaicani, coreani, indonesiani, un paio di cinesi e qualche cecoslovacco. Di inglesi, manco a parlarne. A volte capita di essere fortunati e di beccare su gumtree, il sito di annunci definitivo su cui con molta probabilità' troverete la stanzetta nella quale vivrete, quella che nel gergo dell'italiano speranzoso è chiamata 'la botta di culo': stare in casa con qualche inglese. Ebbene, vi accorgerete che, a parte qualche festaiola eccezione, parlerete raramente con lui. Complice la differenza dei vostri orari, lavorativi e non, sarete condannati ad una perenne solitudine casalinga. Il filippino della porta accanto magari non comunica, il giapponese non sa l'inglese, l'australiano ha anch'egli orari diversi dai vostri e con il polacco simpatico e' difficile scambiare quattro chiacchiere perché' manca un soggiorno in cui farlo, nella vostra nuova accogliente casina. Come spesso accade, infatti, i soggiorni vengono subaffittati come stanze, il che dà modo ai landlords di spremere l'appartamento fino all'ultimo pound. Niente salotto, quindi, niente divani. La vostra vita casalinga si riduce ad un mero cucinare frettolosamente, prima di essere notati da qualcuno, scappare in camera, mangiare sul letto, andare un po' su internet e dormire, pronti per il prossimo viaggio in metro di un'ora, l'indomani. Se non siete davvero fortunati, casa vostra diverrà il regno dell'autismo e della solitudine. Quindi - date retta a questo consiglio - come criterio guida nella scelta della vostra stanzetta su gumtree, se mai vi doveste trasferire a Londra, scegliete il salotto, e se ci sono italiani nei paraggi sarà' solo meglio. Sono poche le nazionalità che amano trascorrere del tempo a tavola, chiacchierando amabilmente davanti ad una bottiglia di vino. L'inglese, quello, lo imparate al lavoro o fuori casa. Per vincere lo stress della City, e non darla vinta a quello stile di vita alienante da topo d'appartamento, scegliete il salotto. Londra e' figa, c'e' tutto da fare, ma sarà molto più' bella se potete godervela anche fra le mura domestiche. E..scegliete l'est, dove mi sono appena trasferito. Whitechapel, Shoreditch, Aldgate, Bethnal Green. Sono le zone più cool,adesso (dicono), e quelle avrete l'illusione che un appartamento abbia ancora prezzi a misura d'uomo. Sarà solo un'illusione, purtroppo. 

12.12.10

Puntata pre-natalizia di London Talking: consigli ai viaggiatori!

ANARCHY IN THE UK

Thanks to the blog FleetStreet Blues!


Roy Greenslade, uno dei più noti commentatori del Regno Unito -specializzato in media e giornalismo, quello che definiremmo un meta-giornalista- nella sua 'colonna periodica sul Guardian' rende onore a Matt Dunham, il fotografo della AP (Associated Press), che ha scattato la foto da un milione di dollari. Ore di lotta con gli studenti che cercano di strappargli la macchina fotografica dal collo, sballottato qua e là nella furia giovanile, fra cariche della polizia e cavalli imbizzarriti, ed ecco la luce in fondo al tunnel della violenza. Una macchina reale avvistata in mezzo alla folla. E' lì, non si può muovere. Matt arma il flash come se fosse la baionetta di un fucile e si precipita fra gomiti e urla, oggetti contundenti e passamontagna. La luce, cinque scatti. La faccia impietrita di Carlo, la maschera di paura di Camilla. 

Quindi, una corsa in taxi e via agli uffici non lontani di Camden Town, il vero cuore pulsante di Londra. In taxi con lui anche il ragazzino che filmava la scena col suo cellulare. 
Ore sette e venti, come racconta Greenslade: giusto in tempo per la prima edizione dei quotidiani nazionali. L'epilogo della vicenda è ovviamente un lieto fine, urlato al mondo dalle fauci spalancate della duchessa di Cornovaglia:

"With Dunham's image having appeared in many US papers, including the New York Times, he was invited to appear on ABC's breakfast show, Good Morning America. That's what happens when you get "the money shot"

8.12.10

Student protests in Europe: How does Italy compare to the UK?

Student protests in Europe: How does Italy compare to the UK?

Un analisi della protesta studentesca in Italia per il sito con cui collaboro qui nella stramaledetta City: The First Pint!

5.12.10

Stupro in Svezia: colpevoli fino a provata innocenza=Assange accusato di "stupro" in Svezia?



Julian Assange accusato di stupro? Piano, piano. Se proprio dobbiamo parlare di Assange e non di Wikileaks, come tutti sembrano fare ultimamente, vediamo almeno di usare il cervello e di farlo con criterio.

Cerchiamo di venire a capo di quello che sta succedendo alla vita privata di Assange grazie al sito Liberal Conspiracy. Il buon Julian, che verra' probabilmente arrestato a breve da Scotland Yard (anche se non si sa ancora con quale pretesto ufficiale) e' da mesi conosciuto come “quello che ha stuprato due svedesi”. Che cosa e' successo in quella fatidica estate 2010, nella fresca Stoccolma?
Questa la killer line che ci fornisce Liberal Conspiracy per cercare di capire di cosa e' stato accusato effettivamente il padre di Wikileals:

The consent of both women to sex with Assange has been confirmed by prosecutors.
Assange is being prosecuted for having sex without a condom, with someone who didn’t mind the lack of condom at the time, but who subsequently was cross about the fact that he didn’t use a condom.


In Svezia, a quanto pare, se una donna e' inizialmente consenziente al rapporto sessuale ma poi cambia idea, si puo' configurare il reato di stupro. Ma andiamo piu' nel dettaglio. Con il passare dei giorni, il caso si e' fatto più complicato, e la risposta dei media ad esso sempre più superficiale:

Everyone assumed it was for rape. But it turns out it was for violating an obscure Swedish law against having sex without a condom. […] One source close to the investigation said the woman had insisted he wear a condom, but the following morning he made love to her without one.
This was the basis for the rape charge. But after the event she seemed unruffled enough to go out to buy food for his breakfast."

E non è finita qui! Liberal Conspiracy ci porta dentro agli sviluppi di questa intricata vicenda:


It now turns out, he is accused of rape by authorities, within Sweden's definition of the case. According to this report, it is being alleged that Assange did not comply with her appeals to stop when (the condom) was no longer in use.

L'avvocato londinese di Assange, Mark Stephens (uno dei migliori sulla piazza, ha accettato di lavorare gratuitamente per il fondatore di Wikileaks) ha raccontato a AOL News che non si sanno nemmeno quali siano esattamente le accuse mosse contro Assange, ma di sicuro non si tratta di stupro stricto sensu. Si tratterebbe di qualcosa di diverso: sesso a sorpresa!

Stephens, told AOL News today that Swedish prosecutors told him that Assange is wanted not for allegations of rape, as previously reported, but for something called "sex by surprise," which he said involves a fine of 5,000 kronor or about $715.

Torniamo al presente. Perche' Julian non va in Svezia e non si fa arrestare? Innanzitutto perche', come Gavin MacFayden, direttore del centro di Giornalismo Investigativo di Londra ci rivela, nessuno, dalla Svezia, ha mai chiesto un incontro preliminare ad Assange ne' alcuno lo ha mai informato dei crimini che sarebbero stati archiviati a suo carico. Al buon padre fondatore di Wikileaks e' stato semplicemente comunicato che deve presentarsi nella terra dei ghiacci per rispondere delle accuse. Rispodere di quali accuse? Ancora non è chiaro. O per lo meno, pare sia chiaro a tutti meno che ad Assange e al suo avvocato. Ironia della sorte, Assange verrebbe arrestato una volta messo piede in Svezia. Stephens conferma la versione di McFayden:

The prosecutor has not asked to see Julian, never asked to interview him, and he hasn't been charged with anything. He's been told he's wanted for questioning, but he doesn't know the nature of the allegations against him.

Questa bizzarra e surreale intervista di Al Jazeera ad una portavoce dell'ufficio del procuratore svedese incaricato del caso ci aiuta esemplificare quanto abbiamo appena detto, seppure per assurdo.

Proviamo ora ad intravedere la luce in fondo al tunnel, tentando di districarci nel groviglio della legge svedese grazie al sito dell'Interpol; come al solito, tuttavia, come spesso in questi casi succede, è un blog ad essere la nostra miglior guida.
Scopriamo che in Svezia, nei casi di stupro, contrariamente a quanto avviene per tutti gli altri casi, si e' colpevoli fino a provata innocenza: "guilty until you're proven innocent"

Hai capito il Pentagono?

29.11.10

Correzione all'articolo precedente

Mi correggo. Parzialmente.
Qualcosa su Silvio c'e' in giro. Sul Telegraph, ad esempio. O sull'Independent. Dove, dopo lo splash generale della prima pagina, si mette in risalto la preoccupazione di Washington per la 'shadowy closeness' fra Berlusconi e Putin. “Sembra piu' interessante notare che cio' che preoccupa di piu' gli americani e'...” la strana, misteriosa relazione fra Putin e Berlusconi, fra costosi regali, contratti energetici sorprendentemente lucrosi e contatti bilaterali equivoci.
Pochi festini, dunque, tanti dubbi. Anche qui il non-detto fa notizia, piu' che cio' che viene espresso direttamente.  E di sicuro non fanno notizia i wild parties di Silvio.

"Il compito dei media non e' quello di proteggere il potere dall'imbarazzo"

Il nostro titolo riprende quello dell'editoriale di Simon Jenkins sul Guardian di oggi.
Come saprete, il Guardian e' uno dei cinque quotidiani al mondo a ricevere le spifferate di Wikileaks in anteprima. Gli altri sono il New York Times, Der Spiegel, El Pais e Le Monde. Notate l'assenza di qualcuno? Proprio così. Né Il GiornaleLibero hanno accesso alla camera da letto di Julian Assange. E' preoccupante notare, tuttavia, l'assenza dei meno seri Repubblica, Corriere e Sole 24 Ore. Forse, a dispetto di quanto ci raccontano, non siamo così importanti nello scacchiere internazionale.

Questo fatto è dimostrato primariamente da due fattori, solo per attenerci ai Wiki-cables diffusi la scorsa notte. Potremmo identificare il primo fattore come 'interno', il secondo come 'esterno'.
Da una parte c'è la constatazione delle burle internazionali ai nostri danni, dall'altra l'amaro realizzare che le indiscrezioni sulle burle internazionali ai nostri danni non interessano minimamente i media esteri. Mi spiego meglio.


Se in Italia il leak dei documenti diplomatici statunitensi viene analizzato sotto una lente primariamente berlusconiana - mi riferisco alla reputazione da cioccolataio che il nostro Primo Ministro scopre avere all'estero -  nel Regno Unito, invece, non si parla minimamente nè di Berlusconi nè di Putin.
Il Guardian, che è il giornale che mi è capitato di leggere in mattinata, non dedica nemmeno un trafiletto ai festini di Berlusconi, alla sua incapacità, alle sue ore di sonno, al suo essere burattino di Putin. Viene al contrario citato Frattini in relazione alle sue opinioni sul rapporto Afghanistan-Iran. Putin viene menzionato in rapporto alla situazione marcescente del suo paese, dove servizi segreti deviati flirtano con la criminalità organizzata e bande di potere collegate al partito di Putin spadroneggiano in quello che una volta fu il paese degli Zar.
Di Berlusconi, nemmeno l'ombra. Le notizie, quelle vere, riguardano il fatto che gli Stati Uniti "spiano" le Nazioni Unite, gli emiri arabi chiedono il bombardamento dell'Iran, la diplomazia mondiale non smette di essere preoccupata rispetto ai programmi di proliferazione nucleare di Iran e Pakistan e il rapporto Cina-Corea del Nord si scopre essere piu' complicato del previsto.
Dei festini di Berlusconi, nemmeno l'ombra. Berlusconi vanitoso? E chissene... all'estero lo sanno già. E anche da noi.

Se da un lato, pertanto, le ambasciate si burlano del nostro paese (che Berlusconi, in maniera innegabile, rappresenta), il peso internazionale di queste burle e' pressochè nullo. Sono ormai diventate routine. Non fa più notizia il Berlusconi-giullare, e d'altronde non scandalizza più nemmeno in casa nostra.

La vera notizia di tutti questi documenti "riservati'', per l'Italia, è la tragica assenza di una notizia: la tragica assenza di interesse, di una vera news. 
Sai che putiferio se si fosse scoperto che Cameron era lo zimbello del mondo?
Riscoprire la capacità di indignarsi per il non-detto può essere la via che conduce alla dignità. Perchè di cose, oramai, se ne dicono troppe, e troppo spesso a sproposito.

Tornando all'editoriale di apertura, Simon Jenkins scrive che il compito dei giornali (e delle televisioni) non è quello di proteggere il potere dall'imbarazzo. "Sta ai governi, non ai media, il compito di proteggere i segreti. Quando un governo agisce nel bene, sara' saldo e forte nell'imbarazzo".

28.11.10

"You never had it so good"

Nonostante la notizia calda sia un'altra, e mi riferisco a quello che Frattini ha chiamato l'11 settembre della diplomazia - la diffusione di centinaia di migliaia di email dal contenuto altamente confidenziale da parte del nostro affezionato spiffera-segreti Wikileaks - mi preme fare un passo indietro al 19 novembre scorso. Il mercato delle notizie e' troppo veloce, purtroppo. Cio' che e' retrodatato - come questa news - rischia di cessare di esistere nelle coscienze comuni. Tuttavia, anche in episodi che possiamo definire "scaduti" si puo' nascondere del succulento "cibo per i nostri pensieri", come si dice qui nel Regno Unito.

Lord Ivor Young (image copiright: PA, The Independent), settantottenne consulente del governo Cameron, e' stato costretto alle dimissioni dopo aver pronunciato una frase infelice durante un'intervista. Che ha detto di cosi' scottante? Nulla di che, abituati alle esternazioni di politici e commentatori italiani.
Young ha detto in maniera abbastanza goffa che in tempi di crisi, anzi, a suo dire, durante questa 'cosiddetta crisi', i britannici "non se la sono mai passata cosi' bene".
Putiferio e finimondo. Il boss, David Cameron, che fatica di questi giorni a tenere assieme la coalizione, placare le proteste di piazza, riassestare le disastrose finanze dello stato e domare le ire degli euroscettici dopo il maxi-prestito alla vicina Irlanda, ha condannato le affermazioni e ha aspettato che Lord Young, in passato onorato ministro del Governo sotto la Tatcher (una carriera politica paragonabile a quella del nostro amato Giuliano Amato) gli facesse trovare la lettera di dimissioni sulla scrivania.
Noto che il Corriere(.it) la chiama "gaffe". Ci puo' stare. Anche il nostro premier, come sappiamo, e' stato spesso sull'orlo delle dimissioni dopo le sue "gaffes". Tanto vicino, cosi' vicino. Non ci si potrebbe aspettare altro comportamento da chi 'disonora' lo Stato che rappresenta agli occhi della comunita' internazionale.

Ma noi italiani siamo abituati a ben peggio. Nulla piu' scalfisce la corazza di nichilismo e fatalismo che ci siamo cuciti addosso nel corso dei secoli. Cosi' possiamo tollerare frasi da codice penale senza alzare un sopracciglio, pronunciate pubblicamente da politici o giornalisti - la differenza e' sempre piu' labile. L'altro giorno su YouTube mi e' capitato per esempio di ascoltare Emilio Fede che commentava le proteste degli studenti. Un'apologia contro la violenza ai danni del "Tempio della Costituzione: il Senato". Un'apologia che si e' conclusa, nella "vergogna della vergogna", con la constatazione che la "violenza non deve essere accettata". Degno del miglior Gorgia, il nostro - ahime' - giornalista ha toccato vette di coerenza logica e profondi abissi grammaticali quando ha esclamato che la societa' civile dovrebbe intervenire contro questi studenti, o meglio, bande rosse, "e menarli perche' questi capiscono solo di essere menati."

Quanto vorrei che Fede avesse detto solamente che, in fondo, i giovani italiani non se la sono mai passata cosi' bene. Forse da noi funziona al contrario. L'innocenza e' diventata peccato, la malizia ordinaria amministrazione.
Aspettiamo il 14 dicembre, Giorno del Giudizio. Il Regno Unito, assieme al sottoscritto e al resto d'Europa, incrocia le dita.